Seduta su una comoda poltroncina, ho dovuto fare molti respiri profondi, ho dovuto tenere strette molte parole, ho dovuto tenermi ferme le gambe e le mani scalpitanti. Mentre ascoltavo allibita, dall’altra parte c’era una persona che parlava senza nemmeno ascoltare, come se di fronte avesse un fantasma. Parlava, parlava, sentenziava, progettava, innalzava guardando il vuoto che ero. I pensieri viaggiavano a velocità supersonica mentre tentavo di rimanere tranquilla. Di fronte a me c’era qualcuno che con una proposta indecente stava cercando di distruggere un’identità in pochi minuti. La stessa figura che tanto tempo fa mi fece allontanare dall’Antoniano che non sentivo più come l’avevo vissuto. Ma questa volta resto io.

