Nel giorno otto, dell’infinito, abbiamo visitato questo piccolo, grande museo all’interno della sala consiliare del cinquecentesco Palazzo Pretorio a Pieve di Santo Stefano: “Il piccolo museo del Diario“. Ingresso gratuito.
Un luogo di oltre settemila memorie custodite, dal 1984 nell’Archivio diaristico nazionale fondato da Saverio Tutino.
Nessuna vetrina polverosa, luci al neon, scritte incomprensibili…come spesso accade di trovare nei musei ma, anzi, una sapiente mescolanza di storia e tecnologia che ha catturato la mia curiosità e quella dei miei figli (piccole teppe…)
Ho apprezzato come sono state valorizzate le storie grazie a luci, cassetti, filmati, scritte…
Nella prima sala c’era una parete colma di cassetti e ante apribili dai quali uscivano voci narranti e diari scritti.

Nella seconda sala, un tavolo touch, illuminato da lettere, parole, frasi che toccandole avviano dei filmati. Sopra al tavolo una macchina da scrivere dai tasti tondi.

Nella terza sala, un lenzuolo matrimoniale dove, Clelia Marchi, una contadina e scrittrice, scrisse la sua autobiografia con una forma incantevole. In cima, la sua foto e quella del marito tra ricami.

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Poi una grande sala antica dove chissà quante discussioni avranno circolato.

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E credo sarebbe meraviglioso se ogni famiglia andasse a rovistare dentro ai propri bauli o dentro ai propri ricordi per ritrovare il vero patrimonio: la sua storia.
Ognuno di noi dovrebbe avere oltre alla Carta d’Identità, la sua “Storia d’identità”.