Dopo le richieste a sfinimento di Zucchetto mi sono decisa.
Stamattina sono entrata in una libreria del centro per comprargli un dizionario.
Appena entrata mi sono guardata intorno poi ho chiesto alla commessa all’ingresso che mi ha mandata nel reparto in fondo.
Lì c’era un’altra commessa che parlava, parlava, parlava con voce alta e decisa. Dentro al suo tono c’era molta voglia di dimostrare chissà quale conoscenza sul mercato dell’usato. E parlava, parlava, parlava.
Le ho lanciato un paio di sguardi ma lei continuava ad ignorarmi. Così mi sono messa a cercare da sola ma non riuscivo a trovare quello che cercavo. Quindi mi sono permessa d’infilarmi nel suo fiume di saccenza con un: “scusa una domanda al volo: avete dei dizionari per bambini?” Questa mi ha freddata con lo sguardo e mi ha risposto con un marmoreo NO.
No, punto e basta, chisenefrega.
E mi sono rimessa a cercare, con Zucco che mi aiutava. Alla fine ho trovato qualcosa che faceva al caso mio. Questa, parlava, parlava, parlava di vinili usati di internet di valutazioni di gente che si è fatta la discoteca in casa ed ora vuole rivendere tutto, ad un signore anziano che la ascoltava in un religioso silenzio.
Questa, perdeva tempo a mandar via un cliente venditore, ignorando completamente un cliente compratore.
Ma non è finita qui.
Non contenta, cercavo un librino per Zucchetta che in questo periodo li beve come acqua e ho chiesto all’altra tipa se aveva qualcosa di Neil Gaiman. Ha guardato a computer e mi ha indicato l’unico titolo trovato: “guarda nel reparto fantasy”. Cerco, niente, non trovo.
Io alla saccente: “scusa dov’è il reparto fantasy?” Lei: “lì”.
Fantastico! Due su due le commesse sgodevoli, due su due le ricerche fallite.
Alla fine l’altra mi ha trovato un titolo ma era per adulti.
Quindi sono uscita arrabbiata.
Anch’io ho fatto la commessa, per una vita e so cosa significhi avere a che fare col pubblico. È snervante.
Ma io sono stata gentile e non ho fatto chissà quali richieste.
Ero tentata di chiedere alle ragazze se sanno che cosa significhi perdere clienti. Se tutta quella incompetenza meriti un posto di lavoro.
Se Neil avesse visto forse le avrebbe infilate come protagoniste in una delle sue storie horror…



uno dei miei sogni sospesi di qualche anno fa era quello di lavorare in una libreria, e non solo, mi immaginavo di renderla un punto di incontro, organizzando giornate dedicate ad autori o macro argomenti, con una pagina web dove confrontarsi sui libri acquistati ecc ecc
e queste qui, secondo me, stanno buttando il loro tempo…
ogni persona che entra in una libreria ha almeno una storia potenziale storia da scoprire o raccontare…
Bello! Il Salotto del Libro. Un posto dove entrare con un’idea ed uscirne con un’altra.
Si, magari ne esistono già diversi, dove vivo non c’è nulla di simile…
tutto molto statico… mentre io adoro il dinamismo…
A chi lo dici. La fantasia sembra destinata solo agli artisti o ai folli…
in parte è proprio così…
Allora io mi metto nella fila di mezzo
esiste una fila di mezzo??? 🙂
Certo! Quella degli artisti folli. Io mi sento un po’ artista anche se non ho ancora capito di che…
Arte e follia sono seme e frutto, ma attenzione i ruoli sono intercambiabili… 🙂
non capirlo mai di che.. non cercare di farlo, ti imprigioneresti da sola….
Viva la libertà!
o anche la sua sola illusione…
Ma tu da che pianeta vieni?!
semplice…
non lo so!!!!
so dove sono arrivato… ma non so da dove arrivo, come credo nessuno di voi/noi… :)))
forse da K-Pax… lo conosci??
Eccome! Forse anch’io vengo da lì!
Sai, penso che anche se potremmo non venire da li, magari sarebbe anche solo bello andarci dopo… arrivarci la… chissà… intanto godiamoci quello che di buono ha questo posto, condividi?
A pieno!
Io non mi azzarderei mai. Il cliente, prima di tutto; e chi lavora in un negozio lo sa.
Tu! E poi tu sei unica!