
Ieri siamo stati a Gabicce da degli amici. Tra loro, un diciasettenne che ha scelto la disposizione dei colori delle cuciture.
Quindi ho cucito con i piedi nella sabbia e la brezza nel naso.
Ieri siamo stati a Gabicce da degli amici. Tra loro, un diciasettenne che ha scelto la disposizione dei colori delle cuciture.
Quindi ho cucito con i piedi nella sabbia e la brezza nel naso.
Sto continuando ad inventare borse di juta anche se non so quale sarà la loro fine. Alcune le regalo, altre le potrei vendere ma intanto muovo le mani, uso i gomitoli di mamma e creo.
Questo è un modello a secchiello, modello: “Ciliegie di caffè” dalle cuciture verdi, gialle e rosse e col manico in juta.
Lo spunto me l’ha dato mia figlia, regalandomi una sacca che non usa più e che comprammo insieme in un mercatino etnico. Credo che a suo modo volesse darmi un consiglio…
Non so cosa effettivamente ne farò di tutte queste borse ma qualche ideuccia ce l’avrei…
Comunque credo che si debbano chiamare “Le Sprecise” perchè ognuna è diversa, sperimentale, asimmetrica, insomma, artigianale ma dalle mani di una dilettante!
Ieri pomeriggio ho recapitato la borsa “Kizombera” a mia sorella.
La Kizomba è un genere musicale e uno stile di danza che sta prendendo piede e ritmo…anche in Italia! A lei piace molto e questo ballo l’ha travolta!
Dopo un primo tentativo di scritta illeggibile ho cambiato metodo e scrivo le lettere direttamente su un foglio di carta che applico poi sulla borsa.
E’ la prima borsa in juta che ho fatto così grande e lei mi farà da tester!
Oggi ho finito il modello “Gec” in juta con i manici tondi e tante tante cuciture colorate.
Ho provato a realizzare un modello in juta tridimensionale, cucendo dei punti lateralmente. Le bretelle sono in juta per una maggior resistenza.
Quindi ho fabbricato questo modello “Dulce” intrecciando fili gialli e verdi tra la spiaggia e il giardino di mamma e papà. La bretella al’uncinetto è regolabile grazie alle perline di legno.
Un lavoro di mani e fantasia che mi fa stare bene.
Ho preso tre fili nelle gradazioni del viola, che tanto piace a mamma. Ne ho creato uno unico per dare un effetto “violato“. Poi ho cuciti tanti punti e persino una scritta con un gioco di parole: “GENIAL” che in realtà prende spunto dal soprannome di mio madre: Geny. La “elle” finale è appositamente sfilacciata per dare più movimento alla lettera.
Mentre cucivo gli ultimi punti, in spiaggia, un bimbo chiacchierone mi parlava di pesci incredibili e dinosauri senza quasi prendere fiato. Poi continuava a dirmi che le mie borse erano bellissime perché sono tutte colorate e con le scritte. Una vicina d’ombrellone, incuriosita da tutto quel mio cucire è venuta a guardare e mi ha proposto di venderle ad un mercatino….
Che dire, mi ha assalita la frenesia da creazione e senza problemi continuo a cucire e a sfornare borse. Il nome del modello fa parte di una stampa sulla juta. E le persone intorno mi dicono di venderle e un po’ mi fa piacere un po’ rabbia. Piacere perchè piacciono, rabbia perchè non si può finalizzare sempre tutto al denaro. L’arte non ha catene.
Piaceva a mia mamma ed è diventata sua.