A metà marzo ricevo un messaggio notturno di Roberta in cui dice che dovrà girare un videoclip del singolo in duetto con Bersani e le piacerebbe partecipassero delle persone a lei care o comunque significative di Bologna. Spiega che sarà un video un po’particolare, ispirato al mare, al mondo marino e m’invita a partecipare scegliendo a mio modo un abbigliamento ispirato al tema, divertendomi a fare qualcosa di bizzarro. Conclude puntualizzando che l’importante è non essere normali.

Insomma, pane per i miei denti.

Dopo aver smaltito la frenesia, inizio a rimuginare sul travestimento focalizzandomi sul blu poi sulle reti da pesca, sul tulle azzurro, le pailettes sfumate, pesci di gomma, bottiglie di plastica legate ad una corda da marinaio, ma la ricerca è complicata senza conoscere il testo del brano. Fino a che cambio direzione di pensiero e dal mare passo alla sabbia, al sole, al luccichio che tanto amo. Nel mio guardaroba caleidoscopico, identifico un tailleur dorato e m’immagino di travestirmi da signora della sabbia che sparge oro da un vaso di vetro. Oro e vaso di vetro diventano i soggetti di un’accurata ricerca che completi il mio travestimento.

Per sicurezza mi attrezzo anche con una clessidra che riflette alla perfezione la mia costante angoscia sullo scorrere del tempo e che aggiunge mistero al mio personaggio. Mando a Roberta qualche foto e lei approva entusiasta mostrando un’unica perplessità sulle scarpe sportive che avevo scelto per sdrammatizzare il tailleur, così ovvìo con uno chanel e il gioco è fatto!

Il giorno delle riprese lavoro al mattino e il mio travestimento è accucciato nella borsa, come una parte di me che aspetta il momento giusto per comparire.
Nel pomeriggio raggiungo il luogo prestabilito con una curiosità esplosiva e benefica, una sensazione che rinnova le cellule della vitalità. Sono in anticipo e prima di entrare mi siedo sotto al portico quando mi viene incontro un tipo con occhiale scuro, vestito tutto di nero che riconosco solo dopo il suo saluto, è Denis un attore che poco dopo si spaccia per la mia guardia del corpo con un paio di comparse davanti al teatro.

Appena entro nel gioiello dell’oratorio Filippo Neri riconosco il tecnico che mi identifica come “quella del coro dello zecchino” (cinque anni fa avevamo fatto un concerto con i Vecchioni di Mariele!) e via via incontro facce note. Al piano di sotto bolle il pentolone dei preparativi in una penombra rilassante che toglie giorno e orario al momento, mentre Roberta irradia il camerino con la sua calorosa accoglienza e con il verde del suo vestito. Mi cambio anche se lo specchio è monopolizzato da una Mary Poppins Rockettara ma guarda un po’ chi è? Diorha! ci salutiamo con un forte abbraccio. Intanto arrivano nuove comparse e noto che hanno stili completamente diversi e l’unico punto in comune è l’anormalità! Ma cosa c’entrano con il mare un elfo? Un contadino? Un impellicciato con un pappagallo? Inutile farsi domande meglio spacchettare il vaso con la polvere preziosa che ho imbottito di giornali mentre Roberta opta per la clessidra che trova più adatta al mio travestimento. Un peso in meno! Raggiungiamo il palcoscenico e un giovane regista dagli occhi blu ci spiega la prima scena che dobbiamo girare, partendo dal fondo del teatro con uno sguardo vuoto. Camminiamo in fila, portando un quotidiano e uscendo dalla tenda cercando di mantenere una certa distanza con l’espressione richiesta, come un gruppo di morti viventi. Per concentrarmi sulla vuotezza dello sguardo penso agli automatismi quotidiani, quegli atti meccanici senza partecipazione della coscienza. Nella seconda scena camminiamo per un breve tratto e ci sediamo uno davanti all’altro nelle poltrone sfogliando il giornale ancora con lo sguardo assente. Roberta passando ci induce a seguirla come una pifferaia magica. Nel frattempo tra una scena e l’altra ci si scambia qualche battuta e l’inventore degli umarells mi chiede come va con i figli adolescenti aiutandomi, senza saperlo, a rendere ancora più credibile la mia espressione vuota…

FOTO di Daniele Mantovani

Ripetiamo le scene ma neanche troppe volte e quando passiamo alla terza, aumenta il livello di difficoltà. Raggiungiamo il palcoscenico sempre in fila, salendo la scaletta e aspettiamo il nostro turno dove Roberta, come una sorta di sacerdotessa ci distribuisce pillole magiche e polvere dorata. Non c’è che dire che si tratta di una scena pretenziosa e provocatoria ma proprio per questo azzeccata. Pillole e oro che risvegliano e trasformano come sa fare la musica… Fin qui tutto molto semplice ma l’ultima scena richiede grandi doti di recitazione. Siamo tutti distesi addormentati sul palco e quando parte la musica (ebbene sì, siamo riusciti a sentire un pezzetto del brano!) pian piano ci risvegliamo stiracchiandoci, allungando braccia e gambe, sbattendo gli occhi e strofinandoli dopo un lungo sonno. Siamo straniti, intontiti e di lì a poco da morti viventi diventeremo esseri umani felici, esaltati, gioiosi. Ecco, questa scena della trasformazione da morti a vivi e soprattutto dell’esplosione vitale, ognuno se la gestisce a modo suo. C’è chi salta, chi balla, chi ride a crepapelle, chi gira su sé stesso in un’esplosione di follia ed è un gioco divertente. Perché infatti quanto è improbabile trovare tanta gioia nello stesso momento in uno spazio così ravvicinato? Fa pensare.

Il 19 aprile esce il brano e finalmente scopro il testo amalgamato all’alchimia vocale di Roberta Giallo e Samuele Bersani, due mostri musicali. È fin troppo semplice ritrovarmi nel significato della canzone e fin troppo gioioso, almeno quanto la scena finale recitata sul palcoscenico.

Oggi è uscito il video e sono stata molto fiera di aver fatto parte dei superstiti che sono saliti sulla nave, facendola diventare un’astronave. D’altronde con la voce e le follie di Roberta non si poteva che andare a star bene…

CREDITS

Video di Nicolò Donati
Testo e musica: Roberta Giallo
Produzione Musicale e arrangiamenti:
Roberta Giallo / Gianluca Gadda
Voci: Roberta Giallo / Samuele Bersani
Archi: Valentino Corvino
Basso: Pierluigi Mingotti
Chorus: Roberta Giallo

Mix & Mastering: Gianluca Gadda /

Red Pill Studio.

Laboratorio San Filippo Neri di Bologna, Teatro Bibiena di Sant’Agata Bolognese, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Valentina Nannetti, Tullo Lolli, Irma Gardosi, Ivana D’Antonangelo, Stefano Pasquini.

Tutto il Cast: Pia Tuccitto, Danilo Masotti, Valentino Corvino, Federica Lisi, Paolo Piermattei, Francesca Bernardi, Angela Pinto (Diorhà), Giovanni Giovannini, Valerio Mengoli, Alvise Lecce, Michelangelo Zecchi, Lamberto Fabbri, Serena Dalla Torre, Francesco Angelucci, e gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, Alex Iattarelli, Beatrice Martin, Leonardo Barletta.

Produzione: MUSICOLOR

VOCE AL BENE è un brano senza tempo, onirico-mitologico, racconta la storia prodigiosa di una nave senza speranza che sta per affondare, in bilico tra il richiamo delle sirene e la folle idea di dirottare verso il sole, abbandonandosi ad un rischioso atto di fede. Il brano ha avuto lunga gestazione; Roberta e Samuele avevano registrato le loro voci nello studio di Lucio Dalla nel 2013, durante la collaborazione di Giallo all’album di Bersani, “Nuvola Numero Nove”.