Stamattina Zucchetto era storto.
Non gli piacevano i pantaloni verde mela e nemmeno la rivista che ha scelto ieri in edicola. 
Sta cercando di avvicinarsi ad alcuni compagni che, come dice lui “non lo fumano” studiando i loro interessi: le automobili.
Così ha ritirato fuori le macchinine di qualche tempo fa e mi ha chiesto un libro sulle auto da corsa.
Il compromesso è stato un giornale.
Ma stamattina non andava bene neanche quello e si lamentava del fatto che dentro c’erano un sacco di donne al posto delle auto e non ne capiva il motivo. Mi è scappato il proverbio ovvio: “Donne e motori gioie e dolori”, aggiungendo che agli uomini piace questo tipo di abbinamento. E lui ribatteva che non aveva senso perché le donne non erano sulle auto da corsa e avrebbero dovuto metterle in una rivista dove loro partecipavano come automobiliste. Gli ho spiegato che non esistono le corse per donne anche se forse ad alcune piacerebbe farlo. Ed il confine tra l’accanimento femminista ed il reale maschilismo è molto sottile. Non è facile spiegare la realtà senza schierarsi troppo da una parte, considerando che già da soli i bambini fanno questo tipo di netta divisione tra maschi e femmine.
Mi faceva ridere la sua descrizione di queste ragazze in reggiseno che secondo lui non c’entravano niente con il titolo della copertina “uomini al bivio”.
Poi non voleva uscire di casa, sapendo che avremmo dovuto aspettare una ventina di minuti prima di entrare a scuola (Zucchetta entra alle 8.10, lui alle 8.30).
Arrivati a destinazione, dopo aver ascoltato tutte le sue lamentele, gli ho proposto di fare una scappata al parco. Prima abbiamo fatto una gara di corsa (ma tanto lui vince sempre) poi è saltato sull’altalena dove ha ritrovato il buon umore.





divertente!
Geazie! 😉