Stamattina sono arrivata in ritardo di cinque minuti e già dalla porta sentivo le voci monotone della messa. Entrando, mi sono sistemata una fila dietro lei.
Così, mi sono messa ad osservarla, senza che lei lo sapesse, cercando di staccare dal mio sguardo la nostra conoscenza.
Le guardavo i lineamenti dolci, i movimenti continui e veloci, i capelli, raccolti in uno chignon improvvisato. Osservavo il suo stile, perché già ne possiede uno e a tratti mi annoiavo.
Poi ad un certo punto è successa una cosa bellissima: il sole è entrato con invadenza dalla finestra in alto.
Con i suoi raggi, l’ha circondata come se un faro la stesse illuminando.
E in quell’istante lei si è girata, mi ha visto e mi ha sorriso.
Come a ricordarmi del perché ero lì: a ringraziare il cielo per aver incontrato quella personcina lì: mia figlia…

