L’altro giorno mia figlia è andata in piscina con un’amica per la prima volta ed io l’ho avvisata che probabilmente avrei fatto un passaggio. Lei mi ha risposto che se l’avessi fatto non mi avrebbe mai più rivolto la parola. Ultimamente fa molte richieste che quasi sempre soddisfiamo, contrattando sulle modalità.
Spesso mi dibatto tra la fiducia e il controllo.
Questa volta mi sembrava giusto controllare, così dopo mangiato anche se ero stanca morta, ho preso la macchina e l’ho raggiunta.
Entrata nella struttura ho iniziato a cercarla nelle varie corsie della piscina ma non la vedevo.
Mi dicevo che certamente dovevo guardare meglio perché con la cuffia in testa magari non l’avevo riconosciuta. Intanto un gruppo di parenti ammirava dal vetro i bambini piccoli che sguazzavano nell’acqua e per un attimo ho invidiato quel tempo in cui era sufficiente guardarli e coccolarli.
Accaldata ho proseguito la ricerca, spostandomi nella parte esterna dove due ragazzi nuotavano e scherzavano, agitavano le braccia e ridevano, così per un attimo ho pensato che potesse esserci anche lei, magari proprio con loro ma no erano troppo grandi …e una volta avvicinata, ho visto che anche lì non c’era. Sollievo.
Poco più in là, c’erano un paio di sdrai con delle ragazze stese, ho guardato le gambe, no non erano le sue, più in là una con una bandana in testa, no non era lei, quindi di mia figlia e dell’amica, nessuna traccia.
Era troppo presto perché fossero già sulla via del ritorno, così sono tornata dentro e la tachicardia ha avuto il sopravvento. Come se non bastasse, quelle due cose veloci che avevo mangiato mi si sono bloccate sullo stomaco, diventando come un grande e pesante sasso. Quindi ho fatto avanti ed indietro per un paio di volte sempre più agitata e allarmata, fino a che non ho pensato di passare dagli spogliatoi, chiamando il suo nome. Mi sentivo una stupida, lungo il corridoio che puzzava di cloro, sudata e agitata a cercare mia figlia. All’improvviso si è aperta una di quelle porte che se non stai attento ti sbattono contro ed è apparsa mia figlia che con il suo accappatoio fuxia ha acceso il mio sollievo. Con la faccia arrabbiata ed i capelli bagnati mi ha salutato ed io ho inventato di essere passata per farle vedere il mio taglio nuovo di capelli poi dopo un saluto sfuggente me ne sono andata.
Al pomeriggio quando è tornata a casa non ha mantenuto la sua promessa ed io sono stata contenta di ciò che ho fatto. A volte la paura di perdere l’armonia può togliere la lucidità.
E’ faticoso separarsi dall’idea costruita del proprio figlio e coraggiosamente cercare di guardarlo con occhi estranei scoprendo la sua nuova identità.
MAGARI NON L’AVEVO RICONOSCIUTA

Allineatissima